Proprio così! Anche i nostri animali possono soffrire di allergie alimentari e ambientali (da contatto e inalatorie).
Analizzeremo in seguito le varie manifestazioni allergiche in modo da poter intervenire prontamente con l’ausilio del veterinario.
Allergie o intolleranze alimentari?
Per allergia alimentare, si intende una reazione di ipersensibilità, dettata dal sistema immunitario, a determinate proteine contenute nell’alimento detti allergeni. Le reazioni infiammatorie più frequenti si verificano a livello intestinale dando, come sintomo principale, diarrea ma non si possono escludere manifestazioni dermatologiche.
Affinché si sviluppi una risposta su base allergica, è necessario che la proteina in questione, con cui l’animale deve aver avuto precedentemente un contatto, sia di dimensioni molecolari elevate altrimenti il sistema immunitario non sarà in grado di riconoscerla.
Le manifestazioni di un’allergia alimentare si dividono in sintomi gastro enterici (comprendenti diarrea, feci non formate, vomito o flatulenza) e in sintomi dermatologici (tra cui riscontriamo prurito, eritema, dermatite, otite o congiuntivite).
È importante sottolineare che questi sintomi non sono sempre ascrivibili ad allergie alimentari! Statisticamente, solo una piccola parte degli animali con una sintomatologia dermatologica (circa il 10%) sono riconducibili ad una reazione di ipersensibilità alimentare. Mentre più della metà dei casi con pazienti che presentano diarrea cronica (persistente per più di 3 settimane) sono legati all’allergia alimentare.
Con questo concetto, vogliamo soffermarci sull’importanza di non cambiare dieta senza criterio, provando tipologie di proteine sempre diverse. Prima di effettuare un cambio di alimentazione per “sospetta allergia alimentare”, è fondamentale consultare un veterinario.
Prima di affrontare il discorso dell’iter diagnostico, bisogna capire la differenza che c’è tra allergia e intolleranza alimentare.
L’intolleranza alimentare, molto rara e complessa da diagnosticare, non si sviluppa con una reazione immunitaria. Possono essere dovute, ad esempio, a cause metaboliche (come la carenza di un determinato enzima).
L’iter diagnostico si differenzia a seconda che la sintomatologia sia intestinale o dermatologica: si procede in ordine andando a identificare altre possibili cause come parassiti intestinali o ectoparassiti, in secondo luogo si effettuano degli esami del sangue (nel caso di enterite) per escludere problemi metabolici oppure, se i sintomi fossero dermatologici, si effettua una dieta idrolizzata (le proteine vengono scisse tramite idrolisi andando a costituire dei composti di aminoacidi non riconoscibili dal sistema immunitario). La dieta ad esclusione o le crocchette idrolizzate, nel caso di una sintomatologia enterica, vanno mantenute per almeno un mese in maniera molto rigida. Successivamente, si inizierà a introdurre una proteina alla volta fino a trovare la proteina responsabile dell’allergia.
Nel caso di una forma dermatologica non responsiva al cambio alimentare, si entra nel capitolo molto complesso della dermatite atopica.
Ricordiamo inoltre che non esistono test allergologici con attendibilità scientifica verso gli alimenti.
Dermatite atopica
Per atopia, si intende una ipersensibilità (allergia) nei confronti di antigeni che possono essere penetrati nel corpo per via inalatoria o per via percutanea (non alimentare). Questi allergeni possono essere di diversa natura, da pollini fino agli acari. La dermatite atopica si sviluppa dai 6 mesi di vita fino ai 3 anni. La sintomatologia tipica ascrivibile alla dermatite atipica è caratterizzata dal prurito che si può manifestare in determinati periodi dell’anno (stagionale) o persistere indipendentemente dalle stagioni (perenne).
Per fare diagnosi, è necessario ricorrere ai test allergologici per riconoscere le cause scatenanti dell’allergia.
Per approfondire la dermatite atopica, vi rimandiamo all’articolo nel nostro blog https://www.ambulatorioveterinariosanluca.com/post/la-dermatite-atopica-canina
Ipersensibilità a punture di artropodi
Anche le punture di vespe, zanzare e pulci possono provocare delle reazioni allergiche in
soggetti particolarmente sensibili. La reazione infiammatoria si manifesta con gonfiore della zona interessata che può estendersi nelle zone circostanti, rossore, fino ad arrivare a difficoltà respiratoria e astenia. In questi casi, per quanto possa sembrare difficile, è fondamentale mantenere la calma e portare immediatamente il nostro animale dal veterinario più vicino.
Dermatite da contatto
Alcuni animali possono sviluppare una reattività da contatto contro, per esempio, alcuni detergenti per la casa. Si riscontrerà nella zona interessata, una forte dermatite con rossore e prurito.
Asma felina
Questa condizione patologica si manifesta con sintomatologia varia ascrivibile a una persistente infiammazione delle vie aeree profonde (bronchi e bronchioli). Le manifestazioni più evidenti sono: dispnea (difficoltà nella respirazione), tosse, rumori respiratori e respiro a bocca aperta. L’asma felina ha una eziologia multifattoriale di cui, la più accreditata, si suppone sia di origine allergica; si sviluppa una reazione di ipersensibilità ad antigeni ambientali di vari tipi (es. smog, pollini, fumo di sigaretta, detersivi, lettiere polverose, ecc). Purtroppo, questa patologia è spesso cronica e, a lungo andare, può provocare delle modificazioni permanenti nell’apparato respiratorio. Presentando una sintomatologia aspecifica, la diagnosi viene eseguita tramute esami collaterali procedendo per esclusione. È fondamentale cercare di rendere l’ambiente casalingo il più anallergico possibile per evitare un peggioramento del soggetto. Se questo non bastasse, si può ricorrere a farmaci specifici quali corticosteroidi oppure broncodilatatori. È importante arrivare alla dose minima di farmaco per permettere all’animale di vivere serenamente.
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